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Il viaggio intorno
al mondo del Lycia. |
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15 |
Papeete (isola di Thaiti)
30 luglio 2002 |
di
Antonio Penati |
Lultima volta ero appena arrivato nellatollo
di Rangiroa nelle Tuamotù dove sono rimasto 40 giorni cambiando
frequenti ancoraggi e partecipando alla vita dellatollo in tutti
i suoi aspetti, specie quello subacqueo. |
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Polinesiani con canoa |
Latollo di Rangiroa
si trova al centro delloceano Pacifico del sud, composto da
circa 70 isole e isolotti chiamati Motu, uniti da una barriera corallina
che forma un anello a forma di arachide; lingresso è
consentito attraverso due passe soggette a correnti fortissime sia
in entrata che in uscita. In queste passe si accentra una vita sottomarina
incredibile dove è presente praticamente tutta la catena
alimentare, dal pesciolino più piccolo ai grandi squali martello.
Allinterno dellatollo vi è la laguna che, contrariamente
al nome tranquillizzante, può essere pericolosa quando soffiano
venti da sud a sud-ovest (i cosiddetti maraamù).
La laguna di Rangiroa è ampia quanto il golfo di Trieste
e forse più (circa 45 miglia di lunghezza per 20 miglia di
larghezza), quindi le onde possono raggiungere dimensioni pericolose.
Quando vengono annunciati questi venti bisogna spostarsi al riparo
sottovento ai motu percorrendo la laguna da nord a sud o da est
a ovest; purtroppo la laguna, che mediamente è profonda 25-30
metri, è cosparsa di pinnacoli e teste di corallo (chiamate
dai locali Cajou), individuabili solo in particolari condizioni
di luce e praticamente invisibili quando si naviga con il sole di
fronte o quando è nuvolo.
Per completare il quadro, la laguna è disseminata di farms
( coltivazioni di ostriche perlifere costituiti da tralicci con
grate sommerse a cui sono appese le nacres (ostriche perlifere)
e collegati fra loro da boette praticamente invisibili). La laguna,
quindi, dal punto di vista della navigazione, non è delle
più rilassanti, ma questa non è una caratteristica
specifica dellatollo di Rangiroa, ma una costante di tutti
gli atolli. Bisogna pertanto conoscerli bene per goderne a fondo
la bellezza, le risorse e le sorprese che questi posti ti possono
offrire. Seguendo lesempio di un amico che mi aveva preceduto
e che è rimasto in questi atolli per sei mesi, ho imbarcato
un ragazzone polinesiano, Henerè, nato a Rangiroa, che è
attualmente a bordo e che mi ha fatto conoscere cose che da solo
mai avrei scoperto. Grazie a lui, ho potuto ancorarmi di fronte
a motu,con piccole passes circondati da cajou con fondali e paesaggi
mozzafiato, sono andato a pesca scegliendo il pesce commestibile
che lui ben conosce evitando quindi il pericolo della ciguetera
(una cigotossina presente nei pesci tropicali) che qui chiamano
gratte e che lascia conseguenze che è meglio evitare. Abbiamo
raccolto conchiglie stupende e nuotato tra gli squali (quelli buoni
della laguna) pinna bianca chiamati mamaru e i pinna nera chiamati
mauri , evitando accuratamente quelli più pericolosi come
lo squalo limone chiamato arava; abbiamo anche visto mante (fafarua)
gigantesche nuotare sotto la barca. Ogni giorno pescavamo e mangiavamo
quello che si pescava, alcune volte si andava a camminare nei motu
e si raccoglieva qualche noce di cocco, la trituravamo e una volta
strizzata, con il suo latte si preparava il pesce crudo alla polinesiana
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Bora Bora |
La popolazione di Rangiroa, circa 3000 abitanti, è concentrata
per il 99,9 % nei motu compresi tra le due passes e collegati fra
loro da una stradina con ponticelli lunga 12 km circa. Qui tutti
pescano sia con il fucile nelle passe e nei cajoux della laguna,
che con le traine allesterno del reef. E invece pochissimo
praticata la pesca con le reti, stante la presenza numerosa di squali
che si avventerebbero sui pesci imprigionati, distruggendo le reti.
Il turismo rappresenta una delle risorse di Rangiroa, ma è
limitato al lussuoso hotel di stile polinesiano su palafitte, (Kia
Ora Village), e a qualche pensioncina gestita da privati. Il turismo
è, prevalentemente quello delle coppie in viaggio di nozze
ed è caratterizzato da un ricambio rapido con una permanenza
media di 4-5 giorni.
La presenza a bordo di Henerè mi ha permesso di conoscere
in maniera più approfondita i Paumotù (abitanti dellarcipelago
delle Tuamotù), le loro storie che sono ingenue ed affascinanti
allo stesso tempo, la loro perfetta sintonia con lambiente
che li circonda, le conoscenze costruite sullesperienza di
generazioni che va dal sapere quale pesce è commestibile
e quello che invece si deve evitare, alla loro abilità di
ottenere da un isolotto apparentemente arido tutto quanto serve
alla sopravivenza.
Dallacqua (scavando un buco nel motu), al forno per cuocere
il pesce (ricavato nella spiaggia di coralli morti), alle verdure
(tagliando le palme ed estraendone il cuore dal sapore di mozzarella
e carciofo ), alla pesca delle aragoste di notte sul reef tagliente
usando la lampada a petrolio, alla preparazione dei cocchi che sono
stati ed in parte sono tuttora lalimento base e la principale
risorsa (Copra) dellisola: A questa oggi si affianca la coltivazione
delle perle nere,rosa,verdi,blu,oro che sono stupende e che ha permesso
a molti paumotù e marchesani di avere un lavoro continuativo
e ben remunerato.
Ho avuto la fortuna ed il privilegio, invitato da una famiglia locale,
di assistere il 14 luglio (festa della Bastiglia) ad una serata
danzante organizzata dalla locale associazione rematori di Rangiroa,
per raccogliere i fondi necessari ad inviare la propria squadra
a gareggiare alle Hawaii. Era presente buona parte degli abitanti,
con bambini e nonni tutti agghindati con camice a fiori di colori
vivaci e con le Vahine (le donne polinesiane) e bambine ornate di
collane e turbanti fiorati multicolori (heihei te vahine) che trasformavano
lambiente in qualcosa di fiabesco. La serata con cena, culminava
in una esibizione delle varie scuole di ballo di Tamuré e
dei suonatori di Ukulele e tamburi, il tutto in un ambiente indimenticabile.
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Tonga, Niuatoputapu
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Devo dire che Rangiroa mi ha entusiasmato, ho vissuto momenti completamente
immerso nella natura impegnativa dei motu a sud delle passe ed anche
momenti deliziosi sorseggiando un aperitivo sulla terrazza del Kia
Ora davanti a tramonti incandescenti. Ho disceso la pass lasciandomi
trasportare dalla corrente entrante di 3-4 nodi assistendo alla
vita frenetica che si svolge lì sotto, guardando impaurito
uno squalo martello (tamataroa) che sorpassava Henerè concentrato
nella pesca; ho visto entrare una balena; ho visto i bambini giocare
con una murena (puhi) con un filo da cui penzolava un pesciolino;
ho avuto il piacere di conversare con alcuni abitanti del luogo
che mi hanno fatto partecipe delle loro storie antiche e recenti
e sempre, dico sempre, ho avuto la sensazione di essere ben accetto.
Pescatori che non conoscevo mi hanno regalato il pesce semplicemente
perché avevo chiesto loro quanto costava.
Quando il 18 di luglio sono arrivati gli amici da Verona ho rifatto
con loro alcuni degli ancoraggi più affascinanti del sud
dellatollo, abbiamo mangiato ottimo pesce pescato da Henerè,
cocchi e cuori di palma presi nei vari motu e quando è giunta
lora di lasciare latollo ho giurato a me stesso che
ci sarei ritornato (promessa da marinaio!) perché so che
altri posti incantevoli mi aspettano, ognuno con la propria peculiarità,
e che sicuramente mincanteranno, sovrapponendosi a quelli
stupendi che ho già visto.
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Il Lycia a Bora Bora |
La traversata da Rangiroa a Papeete 200 miglia circa, è stata
caratterizzata dal maraamù e da unonda alta da
sud, abbiamo avuto anche la gioia di essere attraversati
da un fronte che ci ha regalato pioggia torrenziale con groppi e raffiche
di vento fino a 30 nodi per tutta la notte. Larrivo a Papeete
è avvenuto di notte e lingresso nella pass, ben segnalato
e illuminato, non ha dato problemi, anche se due giorni prima tre
imbarcazioni, fidandosi esclusivamente dei plotter che evidentemente
non avevano una cartografia aggiornata con il datum delle carte, sono
finiti sul reef con notevoli danni. Lungo la banchina di Papeete cerano
Marco, Leo e gli amici spagnoli che ci hanno fatto una calorosa accoglienza.
Dopo quattro mesi trascorsi in atolli e arcipelaghi sperduti, mi trovavo
nel bel mezzo di una città con i suoi ritmi veloci, fornita
di supermercati dove si trova di tutto, avevo acqua e corrente in
banchina che non vedevo da mesi.
Desideravo approfittare di queste comodità, perché quattro
giorni dopo, cambiato lequipaggio, sarei ripartito alla volta
di Moorea, Huahine, Raiatea, Taha e la celebrata Bora Bora. |
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Indice degli articoli pubblicati |
Carlo Auriemma , Elisabetta Eordegh
Dal 1988 navighiamo intorno al mondo.
Abbiamo cominciato, per caso, decidendo di prenderci un periodo di sabbatico dal lavoro normale che facevamo...
1. Incontro con le balene
Lizzi ci sono le balene!
2. Salute a bordo
Una barca in mezzo al mare è un ambiente isolato. A bordo bisogna essere pronti a far fronte a tutte le piccole grandi emergenze che possono capitare...
Carlo e Lizzi navigano su "Barca Pulita".
il sito di Barcapulita?: www.barcapulita.org |
Emilio Beretta
1. Immersioni in giro per il mondo
Dopo l'esperienza di una barca alle Maldive ora si dedica al charter sub in
Italia come armatore di FORTEBRACCIO. |
Antonio Penati
da ormai sette anni Antonio racconta del suo lungo "giro"
- Mediterraneo orientale
maggio 1996 marzo 1997
- Mediterraneo occidentale, atlantico
marzo 1997- novembre 1998
- Traversata delloceano
atlantico, caraibi, Venezuela
novembre 1998-settembre 1999
- Isole vergini, Portorico, costa
est degli USA - OpSail 2000
novembre 1999 settembre 2000
- Traversata burrascosa
New York - Bermuda
marzo 2001- maggio 2001
- Bermuda Portorico
Venezuela Curaçao
maggio - settembre 2001
- Aruba - Cartagena (Colombia)
novembre dicembre 2001
- Isola Pinos - Arcipelago
San Blas (Panama)
dicembre 2001
- Cayos Chichime - Arcipelago
di San Blas (Panama)
15 dicembre 2001
- El Porvenir - Arcipelago di
San Blas (Panama)
26 gennaio 2002
- BALBOA (Panama)
26 marzo 2002
- Baquerizo Moreno (San
Cristobal-Galapagos-Ecuador)
(11 aprile 2002
- Baia delle Vergini
(Fatu Hiva-Arcipelago Marchesi)
11 maggio 2002
- Atollo di Rangiroa
(Arcipelago delle Tuamotu)
11 giugno 2002
- Papeete (isola di Thaiti)
30 luglio 2002
- Bora Bora- Isole della Società
- Polinesia Francese
10 Giugno 2003
- Nejafu - Vava'u - Regno di
Tonga
25 giugno 2003
- Tonga - Vava'u
luglio 2003
- Gizo Island (arcipelago delle Solomon Islands)
12 settembre 2005
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Simona Bellaccini
1. Polinesia
Rangiroa, un possibile paradiso dei Mari del Sud. |
Eugenio Forcellati
1. Capo Horn
a vela da Roma a Capo Horn e i ghiacciai andini. |
Kurti Paregger, Franziska Schink
1. Baleari (in italiano)
con il catamarano Neverland tra le Baleari.
1. Balearen
Unterwegs mit dem Catamaran Neverland. An den Balearen.
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