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Il viaggio intorno
al mondo del Lycia. |
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Atollo di Rangiroa (Arcipelago delle
Tuamotu)
11 giugno 2002 |
di
Antonio Penati |
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Hennere e Alberto |
Limpatto con la baia delle Vergini è stato forte,
la baia è fra le più belle mai viste.
Il giorno dopo, passata leuforia dellarrivo e dellenorme
aspettativa che avevamo verso questi paradisi, abbiamo iniziato
a guardare con maggiore obbiettività il luogo e le persone
: la natura, qui, è stata esagerata e non si è risparmiata,
quando sbarchi ti sembra di entrare in un luogo fatato.
Purtroppo per limpatto ambientale, ma per fortuna degli abitanti
del posto, stanno costruendo un molo per fare attraccare la nave
( Aranui ) che ogni 3 settimane porta materiale e turisti; tutto
ovviamente comprensibile, ma il cantiere, i caterpillar, i container,
i bidoni del gasolio ecc. tolgono molto fascino al sito. Il luogo
a terra è stupendo, una serra floreale, ma le case sono tutte
prefabbricate con pareti in compensato o muratura e tetto in lamiera
ondulata, ben curate e abbastanza moderne, nessuna traccia delle
costruzioni in paglia e palme intrecciate di stile polinesiano.
Tutte sono dotate di parabola per la televisione e la gente, saputo
che eravamo Italiani, ci salutava con un Madonna mia parola imparata
nella telenovela-polpettone-strappalacrime italica Terra Nostra,
imperante alle Marchesi e trasmessa tutte le sere alle 1945 per
unora. Il mito inizia a fare acqua! Mi dico: qualcosa bisogna
pur concedere alle comodità, quindi proseguo per il villaggio,
che più che villaggio sembra un residence di villette inserite
in una serra rigogliosa.
In qualche casa vi sono degli artisti che costruiscono i Tiki ,
statuette di legno, ma anche in pietra, con facce mostruose e sederi
poderosi che rappresentano divinità. Il legno è di
una particolare pianta di rosa, è molto duro e privo di nodi,
ben lavorato, ma i prezzi sono da 5° strada a NY e, potenza
del progresso, invece degli attrezzi tradizionali che ti aspetteresti,
tipo sgorbie ed attrezzi da taglio manuali, si vedono trapani, frese,
smeriglio, carta abrasiva fine e lucido per mobili. Il moderno avanza!
La sera una barca australiana ci informa che è stato organizzato
presso una famiglia un pranzo polinesiano, ci saranno praticamente
quasi tutte le barche presenti nella baia. Ecco!, penso, finalmente
limpatto vero con la gente del posto. Ci troviamo in giro
al tavolo in 25 persone e rappresentiamo una decina di nazioni.
La cena consiste in pesce alla polinesiana, pollo e porchetta, sempre
alla polinesiana, e da bere acqua con lime. Prezzo 20 Usd a testa,
non male per un pranzo seduti sulla panca con una luce a petrolio,
ma era tutto molto polinesiano, circondati dai bambini ci sembrava
di rivivere una tela di Gauguin; lunica stonatura è
labitudine di questa famiglia di organizzare periodicamente
questi incontri marchesani: infatti ogni settimana ce nè
uno!
Il giorno dopo porto un pò di biancheria a lavare alla moglie
dellartista dei tiki, su consiglio di Enrico che a bordo del
Lycia ha la funzione di ufficiale al dettaglio. La ritiro il giorno
dopo, pagandola come se lavessi portata in un lavasecco di
Via Torino a Milano! Si insinua il sospetto che il sistema del baratto,
che ha caratterizzato gli scambi con chi mi ha preceduto anni fa,
sia totalmente scomparso! E tutto normale, così vanno
le cose nel senso moderno e, devo dire, che lunico baratto
che ho visto ancora in uso, e molto redditizio per le barche, è
quello di scambiare polli, maialini, frutta e prodotti della natura
con pallottole calibro 22, molto richieste dai Marchesani i quali
le usano per andare a caccia; il motivo non è il loro costo
elevato, perché la gente qui non ha problemi di danaro, ma
sono molto ambite perché la gendarmeria le ha proibite per
legge e contingenta a 40 pallottole allanno la distribuzione
ad ogni cacciatore. Noi non ne avevamo, anche se eravamo informati,
avevamo invece ami da pesca, anche questi segnalateci come merce
preziosa per gli scambi ma, sorpresa, ad Atuona, capitale di Hiva
Oa, abbiamo visto più di un magazzino fornito di ami e esche
artificiali di ogni tipo ed a prezzi per nulla cari. I tempi cambiano
rapidamente anche alle Marchesi.
Tre giorni dopo ci siamo spostati nellisola di Tahuata in
una bella baia con sabbia bianca, una rarità alle Marchesi,
e qui abbiamo avuto il piacere di vedere due mante giganti nuotare
intorno alla barca. La baia era piena di barche in prevalenza spagnole
con cui abbiamo fatto amicizia.
Il giorno dopo, con una breve navigazione di 8 miglia, ci siamo
spostati ad Atuona nella baia del Traditore sullisola di Hiva
Oa , capitale delle Marchesi meridionali. E qui che sono seppelliti
Gauguin e Brel, incantati da queste magiche isole. Il villaggio,
piuttosto grande, dista circa 5 chilometri dallormeggio ma
non abbiamo avuto difficoltà ad essere raccolti dalle macchine
che continuamente facevano la spola tra il molo e il centro del
villaggio. Il posto è bello, pulito e ordinato vi sono due
supermercati ben forniti, una banca, lospedale, bar e trattorie.
Vi è anche un piccolo museo piuttosto misero , laereo
di J. Brel e la ricostruzione di un Farè col tetto di paglia,
inserito in una specie di piccolo parco, che ripropone il vecchio
ambiente marchesano e dove, la comunità di Atuona, allestisce
le feste popolari e il mercato dellartigianato quando arrivano
i turisti con la nave.
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Laguna blu Rangiroa
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Gli abitanti delle Marchesi sono nella stragrande maggioranza molto
grassi, anzi obesi, e sopra i 15 17 anni non mi è capitato
di vedere belle waineè ( donne polinesiane). Hanno però
dei bei visi con occhi neri come le perle coltivate e sono sempre
sorridenti, vestono con vestiti coloratissimi a vistosi motivi floreali
e portano sempre un fiore allorecchio, che, a seconda di come
viene portato, ha un significato: se portato allorecchio destro,
significa che la persona è libera, se a sinistra che è
già occupata, se rivolto allindietro significa che la
persona è corteggiabile. Vi sono anche dei giovanotti con dei
fisici eccezionali, quasi tutti dediti alla canoa che qui è
lo sport nazionale e con cui fanno gare di svariate decine di chilometri
sia a Papeete che alle Hawai.
Anche Hiva Oa è ricoperta da una fitta foresta, lo scenario
è grandioso e rende queste isole uniche nel loro genere.
Ci spostiamo in unaltra isola con una lenta navigazione notturna
per mancanza di vento, Ua Pou. Dal largo lisola sembra un castello
bavarese, carica di pinnacoli, burroni e vallate verdissime. Qui sostiamo
due giorni in due diversi ancoraggi, uno completamente deserto, laltro
davanti a un graziosissimo villaggio contornato da piante da frutta
e abitato da gente molto cordiale. Proprio qui abbiamo fatto la conoscenza
di Etienne, un insegnante marchesano, in pensione, innamorato della
propria terra, che non perde occasione per conoscere il popolo delle
barche.
Con i suoi racconti abbiamo trascorso una piacevolissima serata in
compagnia di spagnoli, francesi, giapponesi, olandesi; ognuno aveva
preparato una specialità della propria nazione e intorno a
un gran tavolo, nel giardino di casa Etienne, abbiamo mangiato, chiacchierato
e cantato sino a tarda sera.
Ma anche Etienne non rappresenta la regola, quanto la rarità,
tantè che è menzionato nelle guide turistiche
e nautiche. Gli altri abitanti, anche se molto gentili e disponibili,
li ho trovati riservati.
Ultima tappa alle Marchesi è stata lisola di Nuku Hiva,
stupenda, mirabilmente descritta da Stevenson nel suo capolavoro
Nei mari del sud.
Abbiamo visto ancoraggi da sogno e devo riconoscere che le Marchesi
ti entrano nel cuore lentamente anche se limpatto con la gente
non è quello di molti anni fa. Questo è un arcipelago
unico, a tinte forti, che ti rimane dentro; il verde delle vallate,
le cime dei monti strapiombanti nel mare, linterno impervio
e quasi impraticabile, le pochissime strade di difficile percorrenza
anche con fuori strada 4x4, tutto concorre a fare di queste isole
qualche cosa di veramente speciale ed è con vero rammarico
che ci apprestiamo (Stephan, Franco, Carlo, Mimmo, Cristina e io)
a salpare alla volta di Rangiroa, atollo del gruppo delle Tuamotu
distante 600 miglia circa. |
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Il pesce non manca a Rangiroa
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La mattina del 1 giugno dopo aver fatto un bel approvvigionamento nei
ben forniti supermercati di Taiohae, la capitale di Nuku Hiva, salpiamo
alla volta di Rangiroa; il tempo, secondo le migliori tradizioni è
peggiorato, piove e il cielo è completamente coperto.
La notte infatti peggiora, sopraggiungono temporali e groppi, il vento
a 20/25 nodi viene da SE di bolina larga, landatura non è
confortevole per i nuovi arrivati e qualcuno accusa il colpo. Il giorno
dopo gira a E- NE e cala leggermente, ma le giornate saranno caratterizzate
sino allarrivo da piovaschi e groppi che ci daranno spesso vento
sino a 30 nodi per poi calare a 15. Purtroppo non possiamo arrivare
alla pass di Rangiroa quando vogliamo, lingresso dobbiamo farlo
rigorosamente di giorno e con la stanca della marea perché
la corrente nella pass può raggiungere facilmente i 7 nodi.
Rallentiamo quindi notevolmente landatura sino a trovarci a
secco di vele, ma la velocità non scende mai sotto i 3 nodi.
La notte del 5 giugno siamo a 20 miglia da Rangiroa, aspettiamo lalba
per presentarci alla pass.
So che lorario della stanca è più tardi, ma la
voglia di entrare è tanta e il Lycia dispone di un buon motore,
quindi affronto lingresso senza aspettare la marea entrante.
Davanti allingresso il mare bolle con frangenti impressionanti,
dentro la pass, che è ben segnalata, la nostra velocità
non supera 1 nodo. Sembra che una rete ci trattenga dallentrare
e i frangenti e il ribollire dellacqua fanno sembrare la pass
un fiume con le rapide. Alla fine entriamo e ci ormeggiamo in una
laguna calmissima con acque immancabilmente turchesi, di fronte allHotel
Kia Ora, tutto su palafitte, meta ambita per la luna di miele dalle
coppiette ricche di tutto il mondo. Siamo arrivati alle Tuamotu, soprannominate
un tempo, non tanto remoto, arcipelago pericoloso. Ci tuffiamo in
acqua, stappiamo la penultima bottiglia di champagne cileno e ci sistemiamo
in pozzetto a goderci lincanto di questo posto. Mimmo e Cristina
hanno avuto il loro battesimo delloceano ed hanno superato la
prova egregiamente, fra pochi giorni ci lasceranno e per festeggiare
degnamente la loro partenza, ci concediamo una bella cena al hotel
Kia Ora dove ci attendono buffet e barbecue sontuosi, balli e canti
polinesiani. Miglior impatto con gli atolli polinesiani non potevamo
avere, la sera me ne torno in cuccetta e, complice il bordeaux che
abbiamo bevuto senza risparmio, mi addormento circondato da bellissime
waineè che ballano il tamuré per me e mi salutano con
un suadente aloa aloa. |
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Indice degli articoli pubblicati |
Carlo Auriemma , Elisabetta Eordegh
Dal 1988 navighiamo intorno al mondo.
Abbiamo cominciato, per caso, decidendo di prenderci un periodo di sabbatico dal lavoro normale che facevamo...
1. Incontro con le balene
Lizzi ci sono le balene!
2. Salute a bordo
Una barca in mezzo al mare è un ambiente isolato. A bordo bisogna essere pronti a far fronte a tutte le piccole grandi emergenze che possono capitare...
Carlo e Lizzi navigano su "Barca Pulita".
il sito di Barcapulita?: www.barcapulita.org |
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Dopo l'esperienza di una barca alle Maldive ora si dedica al charter sub in
Italia come armatore di FORTEBRACCIO. |
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da ormai sette anni Antonio racconta del suo lungo "giro"
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marzo 1997- novembre 1998
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novembre 1998-settembre 1999
- Isole vergini, Portorico, costa
est degli USA - OpSail 2000
novembre 1999 settembre 2000
- Traversata burrascosa
New York - Bermuda
marzo 2001- maggio 2001
- Bermuda Portorico
Venezuela Curaçao
maggio - settembre 2001
- Aruba - Cartagena (Colombia)
novembre dicembre 2001
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San Blas (Panama)
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- El Porvenir - Arcipelago di
San Blas (Panama)
26 gennaio 2002
- BALBOA (Panama)
26 marzo 2002
- Baquerizo Moreno (San
Cristobal-Galapagos-Ecuador)
(11 aprile 2002
- Baia delle Vergini
(Fatu Hiva-Arcipelago Marchesi)
11 maggio 2002
- Atollo di Rangiroa
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11 giugno 2002
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30 luglio 2002
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25 giugno 2003
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Simona Bellaccini
1. Polinesia
Rangiroa, un possibile paradiso dei Mari del Sud. |
Eugenio Forcellati
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Unterwegs mit dem Catamaran Neverland. An den Balearen.
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