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Il viaggio intorno
al mondo del Lycia. |
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El Porvenir - Arcipelago di San Blas (Panama)
26 gennaio 2002 |
di
Antonio Penati |
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Il panificio
sotto le palme |
Siamo partiti, la mattina del 6 febbraio, da Caios Chichime (nellarcipelago
delle San Blas), il vento che nei giorni precedenti aveva soffiato
forte si è un pò attenuato e anche londa si
è un poco ridotta (3-4 mt). Il vento è da Nord est
20/25 nodi, con il primo tratto al traverso e le ultime 30 miglia
al lasco e gran lasco; condizioni ideali: Il Lycia appena fuori
dal ridosso dei reef prende un buon passo e fila in tutta tranquillità
a 10 nodi costanti , maciniamo miglia su miglia e Carlo con la sua
traina pesca continuamente dei King Fish , tratteniamo solo quelli
più grossi.
Queste isole di piccola dimensione, alcune addirittura non più
grandi di un appartamento, sono circondate da bassifondi e dalla
barriera corallina che conferisce, quando illuminata dal sole, un
aspetto tropicale da cartolina. L'estrema parte ovest dellarcipelago,
che è anche lunica frequentata dagli yacht, è
completamente ridossata dalla grande onda oceanica che specie tra
gennaio e febbraio può raggiungere al largo i 4/5 metri di
altezza. Pochissimi sono i passaggi in questo tratto di arcipelago
dove si avverte questa onda. Un vero paradiso per la vela anche
per il vento che sempre tra gennaio e marzo soffia con una regolarità
impressionante tra NNE e ENE dai 15 ai 25 nodi e molto raramente
li supera.
Il clima: sino alla fine di dicembre si è soggetti alla stagione
delle piogge che sono intense (anche giorni interi) lumidità
è elevata ed i venti sono da variabili a deboli, quindi molti
ancoraggi non sono praticabili perché protetti esclusivamente
dai venti da Nord.
Nella stagione delle piogge i temporali sono frequentissimi, e sotto
tanti aspetti terrorizzanti per la quantità di lampi; quattro
barche, questestate e in autunno, sono state colpite da fulmini
o meglio, dal loro campo dazione, con gravi danni allimpianto
elettrico e di ricetrasmissione.
Verso la fine di Dicembre i venti iniziano a rinforzare e a stabilizzarsi
dal 1° quadrante e le piogge diminuiscono sino quasi a scomparire;
solo brevi e leggeri piovaschetti vengono a disturbare (o ad allietare)
la notte o le prime ore del mattino. Con la stagione secca, la temperatura
si fa gradevole, intorno ai 25-28 gradi, sempre ventilato; al tramonto
(18,30 di sera) la temperatura cala ancora un poco e la notte raggiunge
una temperatura da sogni doro!
La barriera corallina e la pesca: la barriera corallina, perlomeno
nei reef interni, non è rigogliosa e piena di vita come in
altri posti Caraibici, come le Isole Vergini, le Grenadine, Los
Roques. Anche i pesci da reef non abbondano, ma spostandosi verso
i reef esterni si possono vedere facilmente grossi trigoni, mante,
squali nutrice e tartarughe.
La pesca non è da principianti, le aragoste che sono abbondanti
si trovano oramai a non meno di 10 metri di profondità e
così saraghi e cernie, che solitamente si trovano ancora
più in basso, abbisognano di una pesca dattesa che
richiede allenamento e polmoni.
I turisti della versione immergiamoci nellacquario
rimangono delusi e spesso, con un giudizio sommario e superficiale,
liquidano la zona come scarsa di pesce. Ho visto turisti con attrezzature
di pesca subacquea da caccia allo squalo tigre sparare ad unaragostina
di 10 cm e invece indios Kuna immergersi a 15-20 metri con unattrezzatura
primordiale (quasi sempre, regalo di qualche navigatore che voleva
disfarsene), risalire con cernie di 15 Kg e aragoste di 3-4 Kg pescate
con unasta ed un elastico legato al polso con al finale un
arpione fatto in casa. Siamo stati a pescare con questi indios ed
abbiamo visto come si immergono e con quale frequenza.
La differenza con noi occidentali attrezzati di tutto punto è
abissale. Detto questo, per noi, lunica maniera per mangiare
pesce tutti i giorni è comprarlo dai Kuna che con pochi dollari
ti vendono aragoste, polipi, saraghi ecc.
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Stephan con le
donne kuna |
Le crociere: le crociere sono rilassanti e meditative;
le persone che concepiscono la vacanza a vela come continuo spostamento
da un posto allaltro e che la sera hanno bisogno di un bar con
musica o di un ritrovo per fare tardi è meglio che non vengano
alle San Blas. Qui la vita scorre lenta, gli ancoraggi sono vicini
e a meno di voler uscire in mare aperto ed affrontare londa
oceanica, con poche miglia si passa da un ridosso allaltro.
Dopo il tramonto il buio avvolge tutto e le uniche luci sono quelle
delle barche alla fonda. Il colpo di vita serale è
spesso quello di riunirsi con gli amici delle altre barche a bere
un rum e parlare dei prossimi viaggi. La giornata inizia presto e
dopo unabbondante colazione si parte con il canotto per unescursione
lungo le spiaggette delle isole deserte in cerca di conchiglie, per
fare una nuotata, per chiacchierare con i Kuna che abitano qualche
capanna, o semplicemente per vedere quello che loceano ha trasportato
lungo le spiagge. Leggere, ascoltare musica, ciondolarsi sullamaca,
nuotare, crogiolarsi al sole, sono le attività principali.
Ho visto persone che non riescono a lasciare in Italia lo stress di
tutti i giorni o persone abituate ai villaggi dove ogni minuto della
giornata è organizzato, andare in paranoia e iniziare a contare
i giorni che mancano al rientro a casa.
Gli indios Kuna: qui il tempo scorre molto lentamente ed anche se
il modello americano-occidentale si sta sempre più imponendo,
la tradizione di questo popolo resiste tenacemente, almeno nei villaggi
meno toccati dai collegamenti aerei.
Un amico veronese che è attualmente a bordo con me e che è
stato in questi posti ventanni fa, quando la moneta era la noce
di cocco, non ha notato significativi cambiamenti. I Kuna abitano
prevalentemente le isolette adiacenti la costa, ricca di fiumi e foreste
impenetrabili, e completamente disabitata. Su queste isole vi sono
villaggi di capanne costruite con canne e foglie di palma, l'una addossata
allaltra, appena separate da stradine sabbiose , ombreggiate
da rigogliose piante dellalbero del pane. I villaggi principali
sono densamente popolati (in poche centinaia di metri si contano anche
fino a 500 abitanti, in prevalenza bambini) e quasi tutti, oggi, possiedono
un generatore di corrente pagato dalla comunità, che viene
acceso dalle 17 alle 22. In qualche villaggio è comparsa la
televisione e le radio non sono rare.
Ogni villaggio è retto da un Shaila, una sorta di sindaco -
saggio eletto dai maschi in un congresso. Il Congresso viene convocato
spesso all'interno di una grande capanna, adibita allo scopo, il Shaila
ed i suoi consiglieri si sdraiano nelle amache poste al centro ed
ascoltano le questioni degli abitanti e decidono il comportamento
della comunità. Nellisola di Machina noi siamo stati
accolti dal congresso e dal Shaila che ci ha spiegato gli usi dellisola,
ci ha dato il benvenuto, ha riunito i bambini a cui abbiamo portato
dei cioccolatini ed ha chiesto a Dolly, la ginecologa che avevamo
a bordo, di visitare alcune donne incinte. |
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Mercato di molas a bordo
del Lycia |
Le donne si dedicano alla confezione di coloratissimi ricami, chiamati
molas, e gli uomini provvedono con le loro canoe a remi o con vele
rudimentali, alla pesca ed alla raccolta dellacqua e della yuka
nella foresta, oltre che alla raccolta dei cocchi nelle isole al largo.
Singolare e sbrigativo è il matrimonio fra i Kuna: lo sposo
viene scelto dal futuro suocero su segnalazione della futura moglie
che, adagiata in unamaca matrimoniale attende il
futuro sposo il quale, posto nellamaca a fianco della ragazza
e guardato a vista, può rifiutarsi di convolare a nozze semplicemente
non lavandosi. Se invece si lava per tre volte, significa che accetta
la ragazza come sposa, quindi prima di aver consumato deve prendere
la sua canoa, inoltrarsi nella foresta e procurare dei bei tronchi
che serviranno per costruire il focolare di casa (in pratica deve
portare in dote la cucina), a questo punto il matrimonio è
sancito e la notte finalmente potranno consumare.
Mi è rimasto il dubbio di come riescano a farlo sullamaca,
ma a giudicare dal numero dei figli che fanno, la cosa non deve essere
poi tanto difficile.
A conclusione di questo periodo trascorso nellarcipelago di
San Blas, devo dire che il posto mi è piaciuto molto, lo trovo
molto vero ed il rapporto con gli abitanti è coinvolgente.
Sono sinceri e molto disponibili; anche quando vengono con le loro
canoe sottobordo per offrirti molas o pesce non lo fanno mai con insistenza.
Mi è capitato di trasportare unintera famiglia che traslocava,
da una capanna allisola dove abitava permanentemente ed ho notato
che i loro averi consistevano in pochissime cose, a parte gli animali
di tutti i tipi che erano al seguito dei bambini. Il Lycia per 10
miglia si è trasformata in unarca di Noè con a
bordo moglie, sorella, nipote, tre figli di cui uno da allattare,
due cani liberi, un gatto al guinzaglio, una gabbia di colibrì,
un geco che girava per la barca, un nonno e due canoe cariche di legname
al seguito.Anche il capodanno è stato piacevole, festeggiato
assieme ad altre 7 barche di italiani che per loccasione si
sono riunite su unisoletta illuminata da lampade a petrolio,
mangiando il maialino ben cotto alla brace dai Kuna.
Mi è piaciuta la cortesia di Victor, un Kuna che abita a Caios
Olandes, che ha pagaiato per quattro miglia per andare e tornare da
unisola per raccoglierci pompelmi, mandarini e limoni e chiedendoci
in cambio una rivista per la nipote, perché voleva mostrarle
com'era il mondo.
Fra qualche giorno salperò per Colon da dove, espletate le
pratiche e pagato il pedaggio, attraverserò il Canale di Panama
per portarmi nella parte delloceano Pacifico dove lascerò
la barca per un mese per ritornare in Italia. |
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novembre 1998-settembre 1999
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est degli USA - OpSail 2000
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New York - Bermuda
marzo 2001- maggio 2001
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- Aruba - Cartagena (Colombia)
novembre dicembre 2001
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